ARCHEOSETI: Antiche civiltà in grado di comunicare con l'Universo.

di Marco La Rosa
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LEGGENDO… GAVIN DINGLEY - Paraseti - Nexus Ott.2000:

<< La ricerca di una forma di vita "extraterrestre" intelligente, attraverso radiotelescopi (SETI), iniziò nel 1959 grazie ai fisici Giuseppe Cocconi e Philip Morrison, che pubblicarono uno studio nel quale si teorizzava lo "scandaglio" delle frequenze nella banda delle microoonde (3-30 GHz). Contemporaneamente l'astronomo Frank Drake iniziava il primo esperimento SETI (progetto OZMA), con una parabola sintonizzata sulla frequenza di 21 cm (1,4 MHz, la banda neutra dell'idrogeno), per lui senza dubbio la più probabile e significativa in caso di contatto con delle ETI. Ufficialmente non fu captato nulla, ma da lì in poi partirono una serie di finanziamenti governativi per il proseguimento del progetto. Tra alti e bassi il SETI progredì a livello tecnologico, ma non dal "lato" dei risultati; ai finanziamenti governativi subentrarono i privati ma nulla, di eclatante sembra essere uscito fino ad ora. Proviamo quindi ad analizzare i vari assunti attraverso i quali potrebbe essere portato avanti, ancora, questo progetto. Il primo sarebbe l'ipotesi di una civiltà tecnologicamente avanzata, simile alla nostra, in grado di sviluppare telecomunicazioni basate sull'elettromagnetismo. Se così fosse, molte ETI che si trovassero nel raggio di 50 - 70 anni luce da noi riceverebbero ora le nostre prime trasmissioni televisive, e noi idem. Il secondo è ipotizzare una civiltà ETI molto più avanzata di noi che costantemente ci invia segnali, ma in effetti questa ETI dovrebbe essere sufficientemente vicina per non vanificare gli sforzi di "contatto". Ciò è dovuto alla limitata velocità della luce in relazione alle distanze intergalattiche. Ma ciò non dovrebbe essere un problema per una civiltà "avanzata" che avesse scoperto un "campo" od un "onda" che possa viaggiare ad una velocità maggiore di quella della luce. Un paradosso di ricerca nell'ambito del SETI riguarda la "definizione" di INTELLIGENZA EXTRATERRESTRE: cercare trasmissioni a microonde di numeri primi, provenienti da stelle simili al sole, è indice di un limitata intelligenza, poiché la vita nell'universo potrebbe non essere tutta di tipo biologico o addirittura non avere "dimensione fisica". L'aspetto psicologico potrebbe essere estremamente diverso dal nostro e lo sviluppo tecnologico potrebbe aver seguito una via diversa da quella dell'elettromagnetismo. Senza badarci, abbiamo ristretto il campo di ricerca ancora prima di cominciare. Ne era ben cosciente Nikola Tesla che agli inizi del secolo scorso, studiava una forma di radio molto diversa da quella che usiamo oggi. Le nostre attuali comunicazioni radio si basano su onde elettromagnetiche "trasversali" che viaggiano attraverso l'aria, le stesse che utilizza anche il SETI. Il sistema di Tesla, invece, utilizzava onde "longitudinali" viaggianti attraverso la terra e lo strato plasmico dell'atmosfera, cioè la ionosfera: fu proprio tramite questo tipo d'onda (e non quello utilizzato dal SETI), che furono captati segnali di origine non umana. Questo "incidente" tormentò Tesla per il resto della sua vita, ma la Seconda Guerra Mondiale prima ed il Governo Americano poi gli impedirono di divulgare le sue scoperte. Arriviamo quindi ad Albert Einstein e alla sua "Teoria Generale della Relatività", nella quale si descrive la forza di gravità come una "distorsione geometrica" nello spazio-tempo; se tale distorsione si potesse concentrare in un'onda, avremmo la cosiddetta "onda gravitazionale", che a differenza delle onde elettromagnetiche occupa "5" dimensioni anziché "3" ed è quindi di natura "iperdimensionale". Ma, mentre Einstein propendeva per una loro velocità uguale a quella della luce (anche se tutt'ora ufficialmente queste onde non sono ancora state rilevate), i nuovi fisici che le studiano dicono il contrario e, anzi, affermano di aver ricevuto trasmissioni da altri mondi. Qui si inserisce il fondamentale studio di Thomas Townsend Brown, padre dei primi esperimenti sulla "propulsione antigravitazionale". Brown infatti fu tra i primi a intuire un nesso tra la gravità e la forza dell'elettricità. Mentre ricercava sostanze eventualmente adatte a diventare materiale dielettrico (ossia isolante), scoprì un curioso fenomeno: una delle peculiarità del dielettrico è la sua resistività, ossia la sua capacità di isolamento: se la stessa non è abbastanza potente, il dielettrico è inefficace. Normalmente si tratta di un valore fisso, ma Brown scoprì che la resistività di alcuni materiali variava nel corso del tempo. In un rapporto della Marina Militare USA "classificato", scritto proprio da Brown (<< Comportamento anomalo dei potenti dielettrici ad alto "K" >>), lo stesso rivelava che la resistività dei materiali si modificava e seguiva addirittura i cambiamenti "siderali diurni", arrivando persino a registrare emissioni spontanee di radiofrequenze, le cui ampiezze d'onda erano in funzione della massa e del fattore "K" del materiale. Inoltre (e non meno importante), constatò che molte rocce granitiche e basaltiche erano polarizzate elettricamente, cioè si comportavano come pile elettriche o batterie. Queste rocce possedevano sino a 700 mV, e l'ampiezza variava in simpatia con i cicli solari siderali. Altra peculiarità successivamente notata in queste rocce era la "rettificazione", cioè la naturale conversione dell'energia in un potenziale a corrente continua. Non solo, queste rocce di fatto sono sintonizzate solamente su una porzione dell'energia totale irradiata presente nell'Universo. Questo significa che il nostro comune blocco granitico è un ricevitore AM naturale di onde gravitazionali, sintonizzato per ricevere soltanto alcune specifiche "stazioni radio". Nei suoi studi Brown constatò pure che, per evitare interferenze da radiazioni elettromagnetiche, il suo trasmettitore-ricevitore di onde gravitazionali, andava rinchiuso in una grossa cavità (come una montagna, per esempio, una piramide (?) ndr), e che era stranamente simile a quello di Tesla a Colorado Springs, lo stesso che presumibilmente ricevette segnali da una ETI. Quasi tutto il lavoro di Brown (come quello di Tesla), è secretato dal Governo Statunitense nella Base Aerea di Wright Patterson. Parallelamente a Brown, Gregory Hodowanec, mentre stava sviluppando una nuova bilancia pesatrice molto sensibile, si accorse degli strani fenomeni gravitazionali che venivano naturalmente convertiti in un segnale elettrico da un modesto condensatore applicato alla sua pesatrice. Sviluppando un rilevatore gravitazionale con moderni circuiti ed applicando amplificatori di tensione collegati ad un altoparlante, si accorse di ricevere segnali audio molto strani, simili ai canti delle balene. Hodowanec dichiarò inoltre che il suo dispositivo riceveva onde gravitazionali "monopolari", molto diverse dalle "quadripolari" descritte nella teoria generale della relatività di Einstein. In più, queste onde monopolari non erano limitate alla velocità della luce, ma potevano raggiungere qualunque punto dello spazio in un Planck-secondo (10 alla - 44 secondi). Secondo Hodowanec, questa radiazione veniva ricevuta dalle apparecchiature elettroniche da molto tempo e l'Universo ne era pieno. Dai radioastronomi questo rumore 1/f è ritenuto l'eco del Big Bang, mentre in realtà sono emissioni di onde gravitazionali >>. Si stima che l'insieme dei corpi celesti percepibili con i tradizionali rilevatori di onde E.M. corrisponda ad appena un decimo di tutta la materia contenuta nell'Universo. Da tempo gli astrofisica si vanno domandando se sia possibile "alzare il volume del nostro televisore" (metaforicamente parlando). Oggi grazie ad un nuovo genere di telescopio progettato per rilevare il passaggio delle onde gravitazionali, (in Italia il Progetto VIRGO vicino a Pisa) dovremmo essere in grado di ampliare ulteriormente lo spettro delle nostre percezioni. Se per un verso sono simili alle onde E.M., per l'altro, le onde gravitazionali hanno caratteristiche loro proprie, concernenti il modo con il quale esse, interagiscono con il resto della materia, e quindi particolarmente importanti ai fini della rilevazione sperimentale. Innanzi tutto questo tipo di onde hanno il pregio di non essere soggette a fenomeni di dispersione e assorbimento. A differenza delle onde E.M. le gravitazionali si propagano dalla fonte senza subire alterazioni dovute alla materia attraversata; quindi molto adatte ad essere utilizzate come veicolo per il trasporto delle informazioni o messaggi per una civiltà tecnologica ETI MOLTO AVANZATA. Inoltre, le onde gravitazionali sono in gradoni esercitare sulla materia una forza la cui direzioneè perpendicolare alla direzione della loro propagazione, provocando così la distensione e la compressione della materia attraversata. Curiosamente il granito utilizzato per la costruzione delle Piramidi, è composto principalmente da quarzo, dotato di proprietà piezoelettriche. In pratica la sua struttura molecolare di deforma elasticamente se attraversata da ode E.M. o GRAVITAZIONALI, per poi riassestarsi quando il flusso cessa. Durante la fase di passaggio, il quarzo vibra e muta la distribuzione delle cariche che lo attraversano. Uni dei principali problemi che i ricercatori del Progetto VIRGO,(per la rilevazione dell'Onda Gravitazionale) hanno dovuto affrontare è quello dell'affidabilità. Per evitare che l'esperimento sia falsato da disturbi esterni si è reso necessario isolare tutte le componenti critiche dell'istallazione. In primo luogo, si è pensato di porre la strumentazione ottica in camere sotto vuoto. Interessante l'analogia con le camere di scarico della grande piramide !!! Si è dovuto anche cercare di eliminare qualsiasi disturbo sismico. I fisici e gli ingegneri di Virgo hanno perciò realizzato un "superattenuatore": un complesso sistemadi pendoli alti 10 metri in grado di isolare gli specchi dell'interferometro da ogni minimo movimento tellurico. Anche in questo caso è interessante l'analogia con la forma e l'ampiezza del grande corridoio ascendente al centro della grande Piramide. !!! Virgo resterà in funzione giorno e notte, ascoltando tutti i segnali provenienti dall'universo. Lavorando in collaborazione con gli altri rilevatori simili, ad esempio i due interferometri del progetto statunitense LIGO, non solo sarà possibile verificare gli effetti delle onde gravitazionali sulla materia, ma attraverso la triangolazione potranno essere identificate più esattamente nel cielo le fonti delle emissioni. E' CURIOSO NOTARE COME NELL'ANTICHITA' CULTURE DIVERSE E MOLTO LONTANE TRA LORO ABBIANO COSTRUITO PIRAMIDI !!! ANCHE LORO EFFETTUAVANO TRIANGOLAZIONI ? E' doveroso anche fare un piccolo accenno ai principi della RADIOESTESIA: dal termine latino RADIUS (raggio -irradiazione) e dal termine greco Aisthesis (sensibilità - percezione). Oggi osteggiata dalla scienza accademica, perché non la comprende, la radioestesia è fondata su concetti relativi all'interazione magnetica nei diversi sistemi naturali che gli antichi conoscevano molto bene e impiegavano (guarda caso) proprio per l'erezione dei loro templi ecc…Questo sistema si basa sulla frequenza vibratoria del campo magnetico terrestre che, lì dove vi è abbondante acqua nel sottosuolo a causa di bacini o fiumi sotterranei, viene amplificato grazie alla vibrazione che il fluido emette in risposta allo stesso campo magnetico. In breve essendo il campo magnetico una sorta di suono non udibile dall'orecchio umano (quindi un infrasuono), interagisce con l'acqua che vibra a livello molecolare. Ciò provoca nell'insieme un'amplificazione delle frequenze in questi luoghi , spesso accentuata dalle rocce ricche di cristalli e quarzi silicei, che aumentano ulteriormente tale energia vibratoria. Ciò è quanto costituisce quelle che sono definite LINEE DI FORZA o "laylines". Su queste stesse basi si sono fondati gli studi scientifici di comunicazione magnetica - naturale e gravitazionale dell'Austriaco Wilheim Reich, Giuseppe Galligaris dell'Università di Roma e del Serbo-croato Nikola Tesla. SARA' DEFORMAZIONE, MA GUARDA CASO, SONO TUTTE COINCIDENZE CHE SI TROVANO NELLA PIANA DI GIZA, PROPRIO SOTTO LE PIRAMIDI.

 

LEGGENDO….. HERA - Ott. 2001:

<< Nel 1985, una missione archeologica francese (Operazione Cheope), individuò all'interno della Grande Piramide, nei pressi della camera della Regina, alcune cavità colme di sabbia, precedentemente ignote. Nel 1987 scienziati giapponesi individuarono una nuova cavità, pure colma di rena, che all'analisi risultò completamente diversa da quella presente nella piana di Giza. Risultò infatti composta per il 99% da quarzo e per l'1% di plagioclasio. I granelli vanno dai 100 ai 400 micron, contro i 10-100 micron della normale rena di Giza e Saqquara. La sabbia di quarzo è anche chiamata sabbia "piangente" o "musicale", poiché con lo sfregamento dei granelli si produce un caratteristico suono; è molto difficile da raffinare, persino per la tecnologia attuale >>. La grande piramide è costituita da due materiali molto diversi e nettamente distinti: alcuni milioni di piccoli e medi blocchi di pietra calcarea; e mastodontici blocchi di granito perfettamente levigato. L'errore di molti egittologi, dice Pincherle, (altro importante studioso da citare), è stato confondere la costruzione della piramide vera e propria, con la costruzione della torre interna. Sono due problemi completamente diversi. Analizzando da questa prospettiva la Grande Piramide appare molto diversa dalla tomba del Faraone Cheope di cui parlano i libri scolastici. Il corpo del monumento appare costruito come se si volesse creare un nascondiglio per proteggere qualcosa di molto importante: la torre di granito appunto. Vedete come riappare sempre, la strana analogia del "bunker", del proteggere sotto milioni di metri cubi di roccia qualcosa. Anche Pincherle nei suoi studi ipotizza una sorta di macchinario, anche se non né specifica un utilizzo "radiotrasmissivo". Questa torre chiamata anche Zed era il più sacro simbolo dell'Antico Egitto, la Colonna Vertebrale di Osiride, il simbolo dell'asse del mondo, della stabilità, dell'eternità. In un passo del libro dei morti si parla dello Zed come di un ponte fra il nostro mondo e quello dove abita Osiride, lo Zed è il firmamento, l'ancoraggio del cielo alla Terra. Anche l'onda gravitazionale può essere definito un ponte attraverso il quale possiamo far passare, e allo stesso tempo ricevere informazioni, messaggi e forse (tecnologia permettendo), ben altro !!!

 

RIFLETTENDO SU TUTTO CIO'…. Ott. 2002:

<< Chi di noi non si è mai domandato, cosa volessero dirci i costruttori di questi siti megalitici; perché tutta questa immane "fatica"; a che scopo ? Ma soprattutto a che cosa servivano ? Erano costruzioni dedicate al "culto" ? o piuttosto degli osservatori astronomici ? Quanto studio dedicato alla comprensione di ciò ! Migliaia di pagine e fiumi di inchiostro, ma la gran parte degli interrogativi summenzionati, non sono svaniti. Ho provato allora, a pormi le domande guardando il tutto sotto un'altra luce:

- chi erano costoro ?

- e se non fossero affatto chi crediamo noi ?

- da dove provenivano ?

- e se non fossero originari di questo pianeta ?

- che tipo di cultura e pensiero potevano avere ?

- quale era il loro grado di sviluppo tecnologico ?

- dove sono andati a finire ?

- ma allora chi siamo noi ?

Considerando il "guazzabuglio" paleoantropologico che oggi abbiamo sotto gli occhi, le domande non sono affatto "utopiche". Di conseguenza il nostro spasmodico bisogno di cercare qualcuno come noi lassù sulle stelle, ci porta ad adempiere un "istinto" genetico lasciatoci in eredità da "qualcuno" come noi. Anche "loro" quindi comunicavano con gli "altri " in un passato ancestrale che noi "ignoriamo" completamente, ma che abbiamo scritto nel codice genetico. Ecco il messaggio: << quando avrete capito, sarete in grado di "accendere" le "ricetrasmittenti" che vi abbiamo lasciato, solo allora vi ricongiungerete al "creatore", solo allora parlerete con i vostri fratelli dell'Universo, solo allora sarete "liberi" di viaggiare in Esso >>. Abbiamo sotto gli occhi i "mezzi" di comunicazione, ora non resta che capire come funzionano, "quale tecnologia" utilizzano. Fatto questo troveremo anche i pezzi mancanti, volutamente nascosti da "loro", perché venissero trovati solo a tempo debito e non da "mani" sbagliate, pena l"isolamento" perpetuo dal resto dei "Cieli". E' FUOR DI DUBBIO QUINDI, CHE LA RISPOSTA VA CERCATA NELLO STUDIO DELLA PETROVOLTAICA, SCIENZA NELLA QUALE GLI ANTICHI ECCELLEVANO, MENTRE NOI A MALAPENA NE' INTUIAMO I POTENZIALI.

 

BIBLIOGRAFIA:

Gavin Dingley - Paraseti - NEXUS 10- 2000 Brown Townsend - Sistemi di comunicazione elettrogravitazionale - BR. USA 1956

Cocconi-Morrison - Ricerca sulla comunicazione interstellare - NYT 1924

Tesla Nikola - Comunicazione tra pianeti - Coll. Weekly febb. 1901 - Hera - Ottobre 2001