Il monumento di Stonehenge si trova nella contea del Wiltshire,
nel Wessex dell’Inghilterra; il suo nome, che proviene dai Sassoni,
significa "Pietre Sospese" ed è uno dei luoghi antichi più misteriosi
al mondo. Su di esso sono nate numerose leggende, tra le quali quella
che lo ricollega al mito di Mago Merlino e che gli ha dato il soprannome
"La Danza dei Giganti".
I Drùidi, uomini di cultura e sacerdoti dell’antico popolo dei
Celti, hanno da sempre preteso la paternità del megalito di Stonehenge
e fino al 1985 i membri dell’Antico Ordine dei Druidi, nato nel
1833, erano soliti recarsi sul monumento per celebrare il giorno
del solstizio d’estate, bardati di tuniche bianche e muniti di arpe
e trombe.
La storia di Stonehenge ha inizio nella piana di Salisbury, intorno
al 2700 a.C., con la realizzazione di un fossato circolare e la
posa di una pietra, al di fuori di esso, dell’altezza di circa 5m,
chiamata Hell Stone. Sottoponendo questa pietra alla datazione col
sistema al radiocarbonio, si è potuti risalire (con una tolleranza
di più o meno 250 anni) al periodo di creazione del monumento. Nel
1500 a.C., poi, è stato creato il cerchio dei Sarsen, formato da
blocchi del peso di 30 tonnellate, che costituisce la struttura
primaria del megalito giunto fino a noi.
Molti archeologi, fino ad ora, si sono sforzati di trovare un’identità
storica all’henge monument, ma nessuno è riuscito nell’intento.
La difficoltà sta nell’attribuire l’opera in ad un gruppo di persone
o ad un autore e nel capirne lo scopo pratico o teorico per cui
è stata realizzata. Il megalito di Stonehenge, infatti, è una costruzione
unica nel proprio genere e non ha eguali in nessuna parte del mondo.
Il popolo che lo costruì viveva nel Wessex quaranta secoli fa ed
era composto da piccole tribù che normalmente non creavano opere
architettoniche stabili come questa, se non i loro accampamenti
o i (più semplici) Dolmen funebri. E’ per questo che la cura dei
particolari che si nota nel monumento, come ad esempio la rastremazione
delle colonne alla maniera greca o la precisione geometrica con
cui sono disposti tutti gli elementi, fanno pensare all’intervento
di una cultura esterna, di dieci secoli avanti rispetto a quella
che l’ha creato. Va detto, inoltre, che verso la fine del Neolitico,
nascita dell’ henge monument, vi fu un improvviso mutamento nel
modo di erigere gli accampamenti in quella zona: si passò dalla
forma rettangolare a quella circolare.
Molti archeologi sono concordi nel dire che Stonehenge sia il
progetto di una sola persona. E’ come se ad un tratto tra le genti
del Wessex fosse arrivato un uomo di una cultura più elevata e avesse
fatto costruire il "megalito", fornendo tutte le conoscenze tecniche
occorrenti. E fosse ritornato, periodicamente, nell’arco dei mille
e cinquecento anni in cui il monumento si è evoluto, sostenendo
ben cinque modifiche strutturali.
Descrizione
Nel descrivere il megalito di Stonehenge, in questa sezione, immagineremo
di vederlo integro in ogni sua parte, così com’è stato ricostruito
dai più famosi archeologi che lo hanno studiato. Dato l’avanzato
stato di distruzione (che tuttora persiste nella struttura) e la
mancanza di alcune parti, solo con un modello in scala ci si può
rendere conto di come fosse disposto l’intero complesso.
La descrizione sarà fatta prendendo come riferimenti gli assi cardinali
(vedere fig.5).
Ad una prima osservazione, da un punto molto elevato, Stonehenge
appare come un doppio cerchio collegato a due linee parallele di
notevole lunghezza (vedere fig.2).
L’henge monument è costituito esternamente da un terrapieno circolare
(diametro 90 m.) e da un fossato, che ne delimitano il perimetro
esterno. Sia il terrapieno che il fossato sono interrotti per un
piccolo tratto in corrispondenza delle direzioni Nord-Est e Sud,
rispetto agli assi passanti per il centro del cerchio principale.
Lungo la direttrice Nord-Est (a 50° e 12’ da Nord), sul prolungamento
dell’asse della struttura, si trova il "viale". Questo è
largo 12 m. ed è delimitato da due fossati, distanti fra loro 22
m., che corrono perfettamente paralleli per una lunghezza di 665m.
La struttura interna di Stonehenge è costituita dai "Sarsen", grossi
blocchi di pietra del Terziario Eocene provenienti dalle colline
di Malrborough, a trenta chilometri di distanza dal monumento. Sarsen,
nell’antica lingua del Wessex, sembra volesse dire "straniero".
Il cerchio dei sarsen (diametro 29.50 m.) si compone di 30 pietre
verticali alte 4.11m. (del peso di circa 30 tonnellate ciascuna)
e di altrettante architravi. I montanti, di sezione rettangolare
(1.14 x 2.13 m.), hanno le facce più larghe adiacenti al cerchio
(tolleranza di ± 8-10 cm.) e sono disposte in modo da suddividerlo
in settori angolari di 12° ciascuno (12° x 30 = 360°), ottenendo
così la divisione perfetta dell’angolo giro. Questi, inoltre, distano
1.067 m. (in media) gli uni dagli altri, disegnando così una sequenza
regolare di pilastri. I montanti, poi, sono stati rastremati in
modo da evitare l’effetto ottico di spanciamento verso l’alto, tecnica
usata peraltro nei templi greci.
Gli architravi colmano la distanza tra un pilastro e l’altro, incastrandosi,
da una parte e dall’altra, sulla faccia superiore di ogni pilastro.
L’incastro che li tiene è stato ottenuto ricavando due protuberanze,
dette mortase, alla sommità delle colonne ed un ìncavo alle estremità
inferiori di ogni traversa. Le travi, in oltre, sono state scolpite
in modo da incastrare l’una nell’altra le loro estremità, come si
usa normalmente per le costruzioni in legno, ottenendo un’unica
travata circolare continua. In realtà il cerchio dei sarsen ha un’interruzione
sull’asse della direttrice Sud, che coincide con l’interruzione
del fossato esterno. Infatti il montante che si trova in quella
direzione è in tutto e per tutto la metà rispetto ai suoi vicini.
Questo determina anche un’interruzione della travata : infatti,
mancando praticamente una colonna di sostegno, non si sarebbe potuta
colmare una distanza pari a quella tra due colonne, altrimenti la
trave si sarebbe fratturata a causa della propria inflessione.
Il cerchio delle "pietre azzurre" si trova 3 m. dentro
al cerchio dei sarsen. Il materiale che le costituisce proviene
dal Galles meridionale, da ben 300 km di distanza. Il cerchio è
composto da 40 pietre, alte circa 2 m., del peso di 3,5 tonnellate
ciascuna (diametro medio 61cm.). Queste assomigliano molto a dei
"cromlech" e non sono lavorate.
All’interno delle "pietre azzurre" si trovano i cinque "triliti"
centrali, disposti a ferro di cavallo. Sono stati chiamati così
per la composizione in tre parti, due montanti e un’architrave.
Le loro dimensioni sono molto simili a quelle dei sarsen eccetto
che per l’altezza, che varia a seconda della posizione. Infatti
l’elemento più alto è quello che si trova sull’asse del monumento
(direttrice Nord-Est 50° 12’), che misura 7.77 m., mentre quelli
ai lati sono rispettivamente di 6.47 m. e 6.10 m.
Il "ferro di cavallo delle pietre azzurre" si trova all’interno
di quello dei triliti ed è composto da 19 pietre, 8 delle quali
sulle estremità.
L’Altar Stone (pietra dell’altare), costituita dallo stesso
materiale delle pietre azzurre, si trova sul punto focale dei "triliti"
centrali e misura 1.00 x 4.87 m. per un’altezza di 54 cm.
Appena dentro al terrapieno esterno, su di un cerchio di raggio
43.28 m., si trovano le quattro "pietre di stazione". Queste, alte
circa 1.5 m., costituiscono i vertici di un rettangolo di 79.94
x 33.12 m., che ha i due lati minori perfettamente paralleli all’asse
del monumento. Ognuna di queste pietre è situata a una delle estremità
di due rette di uguale lunghezza, che si intersecano al centro del
monumento, formando fra loro un angolo di 45°.
La Slaughter Stone (pietra sacrificale) si trova sull’interruzione
del terrapieno esterno che insiste sull’asse del monumento. Questa
misura 6.55 x 2.10 m. di base per un’altezza di 90 cm.
La Hell Stone (alla lettera, pietra a tacco) è alta 4.9
m. da terra e la sua sezione descrive un ellisse dentro ad un rettangolo
di 2.74 x 2.10 m. Questa pietra si trova sul "viale", disassata
verso destra guardando in direzione Nord-Est, a 78 m. dal centro
del monumento e a 103 m. dalle due pietre di stazione più lontane.
Il suo peso è di 3,5 tonnellate ed è inclinata di 17° dalla sua
verticale verso la struttura centrale. Nella zona esiste un Dolmen
chiamato Hell Stone.
Nell’henge monument esistono tre ordini di buche, scoperte in diversi
scavi. Le 56 buche di Aubrey (che prendono il nome dal suo
scopritore) sono all’incirca sullo stesso cerchio delle "pietre
di stazione", hanno un diametro di 1.10 m e distano tra loro 4.90
m. Le buche Y e Z, invece, formano due cerchi concentrici al di
fuori della struttura centrale e misurano, di raggio, rispettivamente
27.55 m. e 18.44 m. Il numero delle buche per ogni cerchio equivale
al numero dei montanti del cerchio dei sarsen. Le buche R e Q, infine,
sono le più nascoste alla vista e si trovano su due cerchi di raggio
22.55 m. e 26.21 m., accoppiate a due a due.
Analisi
Studiando Stonehenge non si possono non notare alcuni particolari
a dir poco sconcertanti, come la precisione di alcune misure o la
costruzione di alcune parti, ben difficili da ottenere per la tecnologia
di quel tempo.
Se si considera che 45 secoli fa non si disponeva (ovviamente)
dei moderni strumenti di misura, sorge spontaneo chiedersi come
sia stato possibile ottenere l’allineamento dei due fossati del
"viale", che corrono perfettamente paralleli per 665 metri.
La definizione di "viale", poi, è stata data perché si pensava che
potesse essere servito per il trasporto delle pietre a destinazione.
Questa teoria, però, si scontra con una realtà ben diversa. La Hell
Stone, prima pietra ad essere stata posata, si trova infatti
quasi al centro del viale, rendendo così difficoltoso il passaggio
su di esso. Perché, dunque, questo viale di accesso non è stato
liberato, durante la costruzione dell’opera, da un’ingombrante pietra
inserita circa 500 anni prima, visto che durante tutto il periodo
di completamento del monumento (circa 1000 anni) si sono susseguite
modifiche ben più rilevanti?
La struttura centrale, inoltre, (costituita dai sarsen,
dai triliti e dalle pietre azzurre) denota una notevole capacità
costruttiva ed organizzativa che, a detta di illustri archeologi,
non era propria di quel luogo e di quel tempo. Il cerchio dei sarsen,
infatti, è stato disposto come tale suddividendolo in 30 parti di
12° ciascuna. Fin qui niente di strano, se non che il popolo del
Wessex, composto da contadini nomadi, non conosceva la suddivisione
del cerchio e nemmeno il calcolo della circonferenza. Su questa
parte si sono fatte numerose ipotesi, basate sul calcolo della "sezione
aurea" tramite l’utilizzo della "yarda megalitica" (un’ipotetica
unità di misura introdotta da alcuni archeologi). Ma il problema
è anche di ordine pratico. Qualsiasi costruttore sa che, se bisogna
edificare una struttura ad incastro (come nel nostro caso), occorre
preparare i pezzi in modo che possano, poi, coincidere l’uno con
l’altro. Se pensiamo, quindi, di dover costruire un megalito delle
dimensioni di Stonehenge, con parti che pesano 30 tonnellate, è
necessario all’atto del montaggio che queste si riescano ad assemblare
(occorre tener presente che si sta operando nel 2000 a.C. e che
non si dispone... di una moderna autogrù !). Ma la struttura di
Stonehenge, come noi la conosciamo, è composta anche dai cinque
triliti centrali. Sussiste, quindi, anche un problema organizzativo.
Sono stati costruiti prima il cerchio dei sarsen o i trilitoni ?
Se poniamo come punto di partenza i grossi triliti, bisogna chiedersi
com’è stato tracciato il perimetro della pilastrata esterna, visto
che per segnare il cerchio si sarà ricorsi ad una corda. Se poi
immaginiamo che sia avvenuta prima la costruzione dei sarsen, allora
i problemi aumentano. Infatti risulta ancora più complicato dover
introdurre i cinque triliti centrali dentro la pilastrata.
La pietra dell’altare (Altar Stone) viene definita così
perché si è sempre pensato a Stonehenge come ad un tempio. Questa
pietra, però, rinnega quanto detto per la mancanza su di essa di
un sistema di scolo, che avevano gli altari dei templi a funzione
sacrificale sorti nello stesso periodo. L’Altar Stone si presenta,
invece, liscia e squadrata.
Le quattro pietre di stazione sono l’elemento più sbalorditivo
dell’intera struttura. La precisione con cui sono state edificate
non lascia dubbi : le "coincidenze" che vi si riscontrano, se attentamente
analizzate, non sono fortuite. Le diagonali del rettangolo che le
contiene, di cui esse costituiscono i vertici, si intersecano al
centro del monumento, formando fra loro un angolo di esattamente
45°. Le quattro stazioni sono state ritenute, negli anni
sessanta, un antico strumento per prevedere eclissi lunari e solari.
Questa teoria, però, è stata formulata guardando un disegno della
pianta del monumento e non trova alcun riscontro pratico nella realtà,
poiché, stando al centro del megalito, non si vede nessuna delle
quattro pietre.
Stonehenge sembra sia stato creato per essere adatto all’uomo.
Infatti stando dentro al monumento ci si sente a proprio agio e
non si avverte minimamente l’incombenza della struttura, come ci
si potrebbe aspettare, data la mole delle pietre che lo compongono.
Il rapporto tra gli elementi, sempre di 1.6, fa sì che ci sia una
giusta proporzione, per esempio, tra la larghezza e l’altezza delle
aperture o tra un cerchio di pietre e l’altro. Quest’armonia della
struttura non fa altro che aumentare il mistero che c’è attorno
alla "danza dei giganti". Se si pensa infatti da chi è stato costruito,
si fa molta fatica ad immaginare queste persone capaci di finezze,
quali la rastremazione delle colonne o lo studio delle proporzioni,
per evitare che l’opera diventi troppo gravosa.
Ricostruzione cronologica
2700 (circa) - 1700 a.C. = Stonehenge 1
In questo periodo si sono gettate le basi dell’intera opera a partire
dal fossato e dal relativo terrapieno. Dopodiché è stato realizzato
il cerchio delle buche di Aubrey ed è stata eretta la Hell Stone.
fig1
1700 - 1600 a.C. = Stonehenge 2
Qui si assiste al trasporto delle pietre azzurre dal Galles ed
alla realizzazione del "viale".
fig2
Si ha, poi, la costruzione del doppio cerchio delle pietre azzurre
nelle buche Q ed R.
fig3
1500 a.C. = Stonehenge 3a
Si entra nella fase più importante che determina la forma definitiva
della struttura. Il doppio cerchio delle pietre azzurre viene smantellato
e vengono trasportati dalle Malbourough Downs le pietre di Sarsen,
che daranno vita alla struttura centrale insieme alle quattro pietre
di stazione e alla Slaughter Stone (sull’interruzione del fossato
circolare).
fig4
1500 a.C. = Stonehenge 3b
Scavo delle buche y e z attorno al sistema dei sarsen e costruzione
di un dispositivo di pietre azzurre di forma ovale all’interno dei
grossi triliti centrali. Qui si registra anche l’abbandono del progetto
di un doppio cerchio di pietre azzurre sulle buche y e z.
1400 a.C. = Stonehenge 3c
Smantellamento della struttura interna delle pietre azzurre e costruzione
del "ferro di cavallo".
500 - 400 a.C.
E’ in questo periodo che potrebbe essere avvenuta la distruzione
deliberata di Stonehenge.
Orientamento e teorie sull’utilizzo
All’alba del 21 giugno, ogni anno, Stonehenge è meta di
molti turisti e curiosi, che si recano sul posto per vedere il sole
che nasce in corrispondenza dell’allineamento tra la Hell Stone
ed il centro del monumento. E’ per questo motivo che si è sempre
pensato all’henge monument come ad un tempio al dio Sole. Quello
che è visibile ai nostri giorni, però, non lo era di certo nel 2700
a.C.
La rotazione dell’asse terrestre che vi è stata dal 2000 a.C. sino
ad ora ha fatto sì che l’astro che illumina le nostre giornate abbia
avuto, da allora, uno scarto rispetto all’asse terrestre di ben
56’.
Se potessimo andare a vedere dal centro del monumento l’alba del
21 giugno di 3500 anni fa, vedremmo il sole spostato di quasi un
grado verso sinistra. L’allineamento di Stonehenge con il sole,
quindi, non è effetto voluto e lo si può dimostrare anche praticamente.
Risulta infatti difficile allineare una pietra come la Hell Stone
con un astro in movimento, soprattutto per quei tempi. L’allineamento,
poi, deve avvenire con il centro del disco solare, in quanto il
sole non si può centrare tranquillamente come un singolo punto,
ma bisogna determinarne l’asse verticale. Se si considera, poi,
che per fare questo si ha una sola possibilità all’anno, le difficoltà
aumentano.
L’ipotesi dell’osservatorio astronomico formulata da Gerald
Hawkins nel 1965 decadde già nel 1970. Questi sosteneva, con l’aiuto
di un potente computer, che le Aubrey Holes servissero a prevedere
le eclissi lunari. Ma il metodo che utilizzò fu impreciso e inefficace.
Durante il neolitico, poi, le stelle che si potevano osservare con
facilità erano una decina: Aldebaran, Altair, Antares, Bellatrice,
Capra, Polluce, Procione, Rigel, Sirio e Spiga. Anche se l’osservazione
di queste stelle non doveva creare problemi per il popolo di Stonehenge,
noi ci troviamo in notevole difficoltà: una stella come Capra, ad
esempio, tra il 2500 e 1600 a.C. si è spostata di 18 gradi sull’orizzonte.
Quindi, se non si conosce la data esatta della costruzione di un
monumento, è rischioso considerare un asse o una linea di avvistamento
come allineati ad una particolare stella.
Molte persone parlano di Stonehenge come di un tempio. Ma
a questa parola, noi, associamo l’idea di una chiesa cattolica,
di una sinagoga ebraica, di una moschea islamica o di un tempio
greco. Comunque sia il modello cui pensiamo, è sempre quello di
un luogo di culto che abbia un’ampia entrata principale, un’altare
ed una sala capace di ospitare un buon numero di fedeli. Se, invece,
analizziamo la struttura di Stonehenge, facciamo fatica a trovare
tutti questi elementi.
La pilastrata principale, infatti, non reca traccia di apertura
: le colonne distano tra di loro poco più di un metro. Solamente
tra i due sarsen che stanno di fronte a quello che viene chiamato
"l’altare", l’apertura aumenta di 12 cm, ma questo incremento non
giustifica una porta d’ingresso ad una struttura di questa dimensioni.
L’unica interruzione del cerchio principale si trova in corrispondenza
della direzione Sud ed è causata da una colonna di dimensioni ridotte
; ma di fatto, anche in questo caso, non si tratta di un passaggio.
fig.6
(Pianta Pilastri)
Ma allora a cosa serviva Stonehenge ? Abbiamo visto che non si
tratterebbe di un osservatorio e nemmeno di un tempio : la sua costruzione
e la sua struttura rimangono uniche nella storia, senza una spiegazione.
Stonehenge sorge al centro della piana di Salisbury proprio
sul punto di convergenza dei Downs, colline risalenti al periodo
cretaceo che circondano la zona. Data la sua disposizione e la sua
forma, molti archeologi sono concordi nel dire che il monumento
sia stato fatto per esser visto dall’alto. Guardandolo da un aereo,
Stonehenge appare come una lunga traccia rettilinea che arriva ad
un "centro". E la prima cosa che salta all’occhio è la suddivisione
della figura principale, dove sorge la struttura. Questa ricorda
vagamente la forma di una "ciambella" ed il diametro del fossato,
che delimita l’area, è tre volte quello del corpo centrale. Se andiamo
a vedere le varie fasi della costruzione, noteremo che prima è stato
delimitato il terrapieno (fig.1) e poi è stato segnato il centro,
con un doppio cerchio di pietre azzurre; in seguito è stata edificata
la struttura (fig. 3 e 4).
In pratica il corpo centrale ha intorno a sé un’area "di rispetto"
pari al proprio diametro.
Secondo il filosofo e geomante John Mitchell, Stonehenge è stato
eretto secondo un sistema di "geometria sacra", usato anche per
la cattedrale di Glastonbury di epoca posteriore. A suo modo di
vedere, l’henge monument sarebbe un "Modello dell’Universo",
edificato per permettere le nozze sacre tra il Cielo e la Terra.
Da quest'unione nascerebbero energie che, irradiandosi lungo le
"leylines", le vie percorse dalle energie della terra, giungerebbero
in ogni parte del mondo, rinnovandone la fecondità.
L’archeologo professor Atkinson, invece, sostiene che Stonehenge
sia stato un tempio con il quale gli uomini di allora riuscivano
a mettersi in contatto e a comunicare con esseri o forze extraterrestri.
Questa teoria troverebbe un riscontro oggigiorno per il fatto che
spesso vengono avvistate misteriose luci o dischi luminosi sulla
verticale del monumento.
Stonehenge, poi, si trova nella contea del Wiltshire, nella
quale poco più di vent’anni fa è cominciato il fenomeno dei "cerchi
nel grano", che tuttora prosegue regolarmente, ogni anno da
maggio a settembre. Queste figure, che hanno dell’incredibile, sono
apparse tutt’intorno al luogo in cui sorge il monumento, come se
quest’ultimo fosse uno dei punti nodali del fenomeno.
Ma una cosa molto interessante è la similitudine che intercorre
tra le forme delle misteriose tracce circolari e quella di Stonehenge.
In alcuni casi la somiglianza è, a dir poco, sconcertante.
In questo modo si può arrivare pensare che la stessa mano, che
ora disegna i meravigliosi "pittogrammi", sia già passata
di qui per tracciare le linee principali dell’henge monument.
Come abbiamo visto, la precisione con cui sono stati realizzati
il fossato e la struttura fanno pensare a qualcosa di "esterno",
che sia intervenuto nella cultura delle genti di quel tempo.
Va sottolineato inoltre che, non a caso, nelle vicinanze insistono
altri reperti storici di epoca anteriore che ripropongono gli stessi
interrogativi, insoluti, di Stonehenge.